Generalità
Il
diabete è una patologia caratterizzata da un'alterazione del metabolismo
degli zuccheri.
Prima di descrivere la
patologia spiegheremo brevemente cosa accade in condizioni di normalità
agli zuccheri ingeriti con l'alimentazione.
Gli
zuccheri, assunti con l'alimentazione, vengono assorbiti nel tratto intestinale; ciò significa che dall'interno
dell'intestino vengono "trasportati" nel
sangue dalle cellule della mucosa intestinale (le cellule che tappezzano
internamente le anse intestinali).
Tramite la circolazione sanguigna
gli zuccheri possono raggiungere le cellule di tutti gli organi e tessuti
dell'organismo dando loro nutrimento.
Il trasferimento degli
zuccheri dal
sangue all'interno delle cellule di tutti gli organi e tessuti, necessita della presenza di un ormone
chiamato insulina. Corretti livelli di insulina garantiscono una regolare
"entrata" di zuccheri nelle cellule ed il mantenimento di livelli ematici
(ovvero nel sangue) di
zuccheri (glicemia) in un intervallo di normalità.
Un
aumento dell'insulina si accompagna ad un aumento delle entrate di
zucchero nelle cellule ed una diminuzione dei livelli nel sangue
(ipoglicemia). Al contrario una diminuzione dell'insulina porta ad una
diminuzione dell'entrata di zuccheri nelle cellule e quindi ad un aumento
dei livelli nel sangue (iperglicemia). Entrambe le situazioni (ipoglicemia
ed iperglicemia) possono essere particolarmente gravi in caso di
diminuzioni o aumenti marcati.
Il
diabete si caratterizza o per la mancanza quasi totale di insulina
(diabete di tipo I) o per una sua incapacità di funzionare a livello dei
tessuti (diabete di tipo II, diabete gestazionale).
L'aumento
persistente della glicemia che ne deriva (in caso di diabete non trattato)
è la causa dei danni che si verificano a livello degli organi.
Diabete
gestazionale
Il
diabete gestazionale è un diabete che insorge in gravidanza e termina,
generalmente, con la fine di questa.
Il
diabete gestazionale compare alla fine del secondo trimestre, non da segni
clinici apparenti ma deve essere tempestivamente trattato per evitare
problemi sia per la madre che per il feto.
Una
delle principali cause di questa patologia è la produzione di un ormone,
da parte della placenta, chiamato Lattogeno Placentare (hPL) che
interferisce con l'azione dell'insulina: l'insulina c'è ma il lattogeno
placentare ne annulla in maniera più o meno marcata l'azione. In donne
predisposte questa interferenza è molto accentuata e determina
l'insorgenza del diabete
gestazionale.
Sviluppare
un diabete gestazionale può essere un fattore di rischio per sviluppare,
in tarda età, un diabete di tipo II. Rischio non indica chiaramente
certezza di svilupparlo (quindi non ci sono assolutamente motivi di
allarme). Dopo la gravidanza, uno stile di vita adeguato (attività
fisica) e una corretta alimentazione (per mantenere un normale peso
corporeo) potrebbero essere utili presidi nella prevenzione a lungo
termine.
Diagnosi
Il
test di screening di base in gravidanza si chiama Test di Carpenter
o "Mini-curva della gravidanza". Si effettua, di routine in
tutte le gravide, intorno alla 26 settimana di gravidanza. Consiste nel
"bere" una soluzione ricca di glucosio e nel "fare" due prelievi del sangue
per la valutazione della glicemia: rispettivamente uno prima ed uno dopo
(1 ora) l'assunzione del glucosio. Se il secondo prelievo mostra valori
maggiori o uguali a 140 mg/dl il test risulta positivo.
La
positività del test non indica la presenza del diabete gestazionale ma
indica la necessità di eseguire una "Curva da carico orale di
glucosio" che è il vero test diagnostico. La curva da carico
orale di glucosio consiste nel "bere" una soluzione ricca di glucosio (una
quantità maggiore di quanto visto nel test di Carpenter) e fare questa
volta 4 prelievi per la valutazione della glicemia, a distanza di 60
minuti l'uno dall'altro (il primo sempre precedentemente all'assunzione
del glucosio). La positività della curva è diagnostica per il diabete
gestazionale.
Utile
associare alla curva da carico anche il dosaggio della emoglobina
glicosilata (HbA1c) e della fruttosamina. Il valore delle due
sostanze è importante, inizialmente, per valutare il tempo di insorgenza
del diabete ed in seguito, per valutare la risposta del diabete stesso
alle terapie effettuate.
Complicanze
Il
diabete gestazionale, se non correttamente trattato, può portare ad una
serie di problemi fra cui: infezioni urinarie, aborto, morte tardiva del
feto (3 trimestre), parto pretermine, ritardata crescita intrauterina del
feto oppure eccessivo sviluppo del feto (macrosomia), lieve aumento della
frequenza di malformazioni.
Le
complicanze sopra riportate, fortunatamente, sono oggi molto meno
frequenti grazie alla tempestività delle cure messe in atto. E' quindi
di primaria importanza, in gravidanza, la diagnosi precoce
della patologia per mettere in atto terapie idonee e ridurre al
minimo i rischi.
Terapia
La
prima terapia è la terapia dietetica: una dieta, prescritta da un
ginecologo o da un diabetologo, normocalorica a ridotto contenuto di
carboidrati (zuccheri). La dieta deve essere assolutamente prescritta da
un medico che sappia adattarla alla singola paziente e valutarne in
seguito l'efficacia.
Il
buon funzionamento della terapia viene valutato effettuando stick
glicemici (valutazione della glicemia su sangue prelevato da un
polpastrello previa "scalfitura" con ago) al risveglio, 1 ora
dopo colazione pranzo e cena. Gli stick vengono eseguiti a domicilio dalla
paziente stessa. Il medico valuterà sulla base dei risultati degli stick
(che la paziente annoterà) se modificare o meno la terapia.
Periodicamente si effettueranno nuovamente il dosaggio della emoglobina
glicosilata (HbA1C) e della fruttosamina che ci daranno
ulteriori informazioni sulla risposta alla terapia.
In
caso di insuccesso della sola terapia dietetica si procederà all'aggiunta
di Insulina secondo protocolli di somministrazione che variano a
seconda della risposta della paziente.
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